China: Storia Medica, Proprietà, Benefici
La China fu di grandissima utilità per la popolazione e la Kinakina conobbe la fama di tutti gli altri rimedi fortunati e salubri ed entrò subito in uso come rimedio antifebbrile… ( Sec. XVIII°) - China
INTRODUZIONE all'uso delle piante officinali nell'antica Medicina Unitaria ed Umorale Ippocratica.
Dall'ultimo grande Medico Ippocratico il Lemery (1645-1715), agli albori della nuova Medicina chimica con MERAT e DE LENS nel loro DIZIONARIO UNIVERSALE DI MATERIA MEDICA e di TERAPEUTICA GENERALE del 1835, (nel 1850 Wirchow crea ed ufficializza la dottrina della Patologia Cellulare, nasce così la nuova Medicina, da Patologia Generale del Dr E. Veratti ed. Vallardi -Milano-1930) fino all'ultimo periodo il 900', come riscontrato in MEDICAMENTA (GUIDA TEORICA - PRATICA PER SANITARI -1931), e nell'ERBARIO FIGURATO del dr Giovanni Negri - 1943, viene qui trascritto l'utilizzo, in chiave clinica, delle proprietà medicamentose di questa pianta officinale riscontrate.
di Oliosi Amedeo - Fitopreparatore - Erborista, dell'Erboristeria Città Antica - Verona - ricercatore della Medicina Umorale Ippocratica
China
Sulla China
Botanica e sue proprietà medicamentose
E’ la corteccia di un albero chiamato Kinakina o Cannaperida, che nasce nel Perù sopra alcune montagne, presso alla città di Loxa. La pianta è all’incirca grande come un Ciliegio; le sue foglie sono rotonde, merlate, il suo fiore è di colore rossiccio (Cinchona succirubra). Gli Spagnoli chiamano la Kinakina, Palo de Calenturas, cioè il legno delle febbri.
Nell’anno 1649, questa corteccia fu portata dal Perù in Spagna da un Vicerè Spagnolo; nell’anno medesimo il Cardinale di Lugo, ed alcuni padri Gesuiti venuti dall’America ne portarono e la distribuirono in varie località per il loro utilizzo antifebbrile e così la notizia si divulgò in tutta Europa; il traffico che ne fecero fu di grandissima utilità per la popolazione, e la Kinakina conobbe la fama di tutti gli altri rimedi fortunati e salubri ed entrò subito in uso come rimedio antifebbrile. La si considerava come cosa rara, difficile ad avere e si vendeva a peso d’oro. All’inizio la si spacciava solo in polvere, per renderla probabilmente, più misteriosa e per non scoprire così la sua natura e da dove proveniva. Il suo nome veniva indicato come la polvere del Cardinale di Lugo o polvere dei PP. Gesuiti.
La Kinakina deve presentarsi compatta, di colore rossiccio, simile a quello della Cannella, senza odore tendente all’ammuffito ed amara al gusto. Contiene molto sale ed olio.
Guarisce le febbri intermittenti. Si usa in polvere. La dose è di circa 1,20 g. fino a circa 7 grammi. Si usano anche le infusioni nel vino ed in altri liquori, i quali così preparati si fanno prendere agli ammalati. Per ulteriori informazioni, vedere ciò che ho scritto nel mio Libro di Chimica, sulla China.
da DIZIONARIO UNIVERSALE di MATERIA MEDICA e di TERAPUTICA GENERALE
contenente
L’indicazione, la descrizione e l’uso di tutti i Medicamenti conosciuti nelle diverse parti del Mondo
di F. V. MERAT
Dottore in Medicina della Facoltà di Parigi, capo della Clinica Interna della stessa Facoltà, Membro dell’Accademia Reale di Medicina, Cav. della Legion d’Onore
e di A. J. DE LENS
Già Ispettore Generale degli Studi, Membro Titolare dell’Accademia Reale di Medicina, Cav. dell’ordine Reale della Legion d’Onore
Stampato in Venezia da Girolamo Tasso - Editore - 1835
Sulla China
Botanica e sue proprietà
Nome americano di varie cortecce febbrifughe, dato specialmente a quegli alberi del genere “cinchona”, che appartiene alla famiglia delle Rubiacee. I nativi dell’America centrale danno il nome di “Kin”, che vuol dire corteccia. o piuttosto di kinkin, di kina kina corteccia delle cortecce, a quella di “china” che è maggiormente usata; questi nomi si trasportarono nella nostra lingua e si è detto “china”, come anche in latino china, o china china; ma si dice in farmacia la china, radix chinae.
Il nome di chincona, si dice che provenga da quello di una contessa di Chincon, viceregina del Perù, la quale, nel 1638, guarita da una febbre mediante l’uso della corteccia di una delle specie di questo genere, ne fece conoscere la corteccia in Europa ove questa conquistò tanta celebrità. Il vero genere Cinchona comprende oggidì da 15 a 16 specie, secondo il celebre botanico De Candolle.
Le Chine Americane, le sole usate nella Medicina europea, si trovano nella parte centrale del Nuovo Mondo; i primi alberi vennero scoperti nelle vicinanze di Loxa, nel Perù, ove La-Condamine li scoprì, e ne diede anche la denominazione e la figura nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze dl 1738, durante il suo viaggio nel Perù.
Oggidì gli Inglesi e gli Anglo-Americani ci recano le Chine dai porti dell’Atlantico, mentre prima provenivano da Quito, ecc.., e quindi gli Spagnoli, possessori delle varie regioni ove allignano, le diffondevano in Europa per via di Cadice.
Le Chine vengono raccolte dagli erboraii americani dette “cascrillas”; questi si recano sul luogo ove allignano questi alberi; poi esaminano se la corteccia è buona, sbucciandone un pezzo; quando questa diventa rossa all’aria, vuol dire che è matura. Allora viene raccolta facendo delle incisioni sui tronchi, sui rami e poi scortecciano la pianta con lo stesso coltello da settembre fino a novembre; poi le cortecce si mettono a seccare al sole; queste quanto più sono sottili, tanto più si arrotolano su se stesse per l’azione del calore e rimangono così più piane in proporzione se sono più grosse. Poi si raccolgono alla rinfusa e si secernono secondo il loro diverso aspetto esterno, il loro colore, il loro sapore, ecc.., si eliminano quelle di colore ferruginoso, nerastro e assai leggere, provenienti da rami vecchi; con le cortecce valide se ne fanno dei “surroni” del peso di 100-150 libbre (35-52 kg circa), i quali sono poi soggetti ad una nuova selezione quando sono giunti in Europa, a secondo delle qualità commerciali; ne risulta che in ogni paese europeo si possono trovare delle cortecce di China che non sempre corrispondono alla specie indicata botanicamente; questa è un’altra sorgente di confusione, rispetto alle caratteristiche botaniche tipiche della specie, quanto poi al loro uso, essendo le proprietà medicamentose all’incirca simili, non è un grave problema il loro eventuale uso.
Le Chine usate in Europa vengono distinte in tre gruppi: la gialla, la rossa e la grigia.
China gialla: oltre alla tinta giallo-rossastra di queste cortecce, esse sono piatte, di un volume, e massimo di una spessezza che le fanno facilmente distinguere; la loro amarezza è meno schietta, più nauseante di quella delle chine grigie: contengono maggiore quantità di chinina della grigia. Sono usate in medicina dal 1778 circa.
China rossa: questa specie, benchè unica, è distintissima dalle altre due Chine, per il suo colore rosso interno ed esterno, il quale si accosta alla tinta delle chine gialle. Essa macchia le dita in rosso, anche non polverizzata; è grossa, quasi sempre piatta, di una certa spessezza, dura, rugosa, leggermente amara, poi scipita, un poco astringente. Si riguarda come più astringente delle altre due Chine e come tale viene preferita nelle diarree, nei flussi, nelle emorragie, ecc. Dobbiamo osservare che questa specie di China è più astringente della grigia, quando viene usata, a causa dei suoi principi resinosi, che hanno analogia con il sangue di drago (Croton lechleri, questo è una resina), ma che in decozione, preparata con l’acqua, risulta meno efficace di questo, essendo i suoi medesimi principi meno solubili in essa; quindi il sapore del suo sciroppo è meno amaro di quello della China ordinaria. Questa osservazione risulta molto importante nell’uso della pratica.
China grigia: questa specie è la più comune e la più usata; si compone principalmente di cortecce sottili, arrotolate, prelevate dai rami ed anche dai ramoscelli degli alberi; sono grigiastre esternamente, rossastre all’interno, di sapore amaro, schietto; ci arriva in lunghe bacchette di tessitura fibrosa.
Dopo numerose ricerche ed analisi per la individuazione dei principi attivi principali presenti nella China, eseguite da eminenti chimici dell’epoca, quando i chimici Pelletier e Caventou, nel 1820, pervennero a separare in modo certo ed evidente i due celebri alcaloidi, riconosciuti e poi usati successivamente, sotto il nome di “cinconina e di chinina” , che a loro fruttarono tanta gloria e alla medicina recarono due agenti terapeutici tanto preziosi. Le cortecce di China variano alquanto nella loro composizione chimica, almeno rispetto alle proporzioni dei loro componenti.
La China rossa, più acerba della grigia, contiene proporzione all’incirca uguale di cinconina e di chinina, e di ambedue in piccole quantità; perciò, assai più come astringente e tonico che come febbrifugo.
La China gialla, più amara, aloetica, contiene assai più chinina di qualunque altra specie, mentre non offre che tracce di cinconina (Mutis).
Le Chine grigie danno circa due volte di più di cinconina che di chinina.
La China (in generale), la più preziosa delle conquiste fatte nel Nuovo Mondo, possiede due virtù (in termine medico antico venivano considerate le proprietà terapeutiche dei mezzi terapeutici indicati oggi) assai distinte, dalle quali procedono tutte quelle che la fanno mettere in uso.
La prima proprietà terapeutica, la sola di cui si abbia usato all’inizio della sua somministrazione, l’azione febbrifuga, già individuata in un’opera sopra le febbri, pubblicata da Barba a Palladolid, nel 1642. Essa guarisce effettivamente le febbri intermittenti o piuttosto il principio della periodicità, sotto qualsiasi forma si manifesti; perché, l’aspetto di febbre non è la più frequente di queste forme, e guarisce del pari i dolori, le neurosi, le emorragie o qualunque altro flusso, periodici, ecc., come l’esperienza dimostra giornalmente. Quanto più il tipo intermittente è caratterizzato, tanto più la potenza della China è manifesta; ed anche quanto più gli accessi hanno forza, tanto più la China è atta a vincerli. I moderni hanno individuato che il principio antiperiodico di questa corteccia risiede nei due alcaloidi che ne fanno la base, la chinina e la cinconina; principi preziosi, che nessun altro vegetale, fuorchè quelli del genere Cinchona, contiene, ai quali niente può equivalere, almeno allo stesso grado di forza. Essi agiscono senza causare effetti sensibili; il più delle volte non si vede nè evacuazione, né turbamento, né fenomeno critico: esse effettuano la guarigione in silenzio alla maniera degli alteranti (erano una classe di medicamenti che si suppone siano atti a Modificare od Alterare lo stato morboso e ridurlo allo stato normale, senza produrre fenomeni evidenti come Vomiti, Purgazioni, Diaforesi ec,). Si può dunque dire che l’espressione di febbrifugo è vaga ed impropria; sarebbe meglio dire che la China è antiperiodica.
L’altra proprietà della China è quella di essere il primo di tutti i tonici ed è il più sicuro forse di tutti quelli che possediamo; il più puro, almeno, perché è scevro delle parti aromatiche che lo renderebbero eccitante o dei principi spiritosi, resinosi, caustici, ecc., che lo porrebbe tra gli irritanti (Si dà questo nome ai medicamenti che producono alla superficie su cui si applicano uno stato patologico, più o meno accentuato a secondo del medicamento usato, la cui reazione può estendersi ad altre parti del corpo).
Pare che nell’insieme di tutti i suoi principi attivi presenti nella corteccia risieda una tale facoltà, la quale agisca sulla fibra senza causare né calore, né dolore, senza aumentare la circolazione dei fluidi, ecc.. La China, per agire come tonico, non deve essere privata dei suoi alcaloidi, perché dall’insieme di tutti i suoi componenti dipende questa azione; ecco perché è tonica e ne viene quindi che è anche stomatica, antisettica, anticancerosa; e che si oppone alla cachessia, allo scorbuto, all’idropisia, ecc.; e sempre per questa sua proprietà, viene usata utilmente in alcune febbri continue, inveterate e con debolezza; nelle malattie gottose e reumatiche, nelle ostruzioni, ecc.. dipendenti da cause debilitanti in alcune persone la cui natura richiede che venga sostenuta nel suo travaglio medicatore. Nelle affezioni in cui vi è presente una renitenza evidente ed anche oscura, la China agisce con i suoi due principi attivi antiperiodico e tonico e sembra combatterle doppiamente, benchè con minore efficacia che quando la sola periodicità costituisce la malattia. La scoperta della proprietà tonica della China è merito dell’osservazione dei medici europei, e non è come della sua virtù antiperiodica, l’effetto dell’accidente, ma dell’esperienza; questa sua virtù tonica non è meno preziosa che dell’antiperiodica, quantunque meno manifesta, e viene frequentemente messa a profitto.
A qualunque dose si prenda la China, essa è un medicamento che non nuoce, malgrado le sue grandi proprietà, doppio attributo rarissimo nelle altre sostanze medicinali. Si hanno degli esempi di persone che ne presero in quantità quanto mai elevate senza avere avuto alcun inconveniente, questo è da tener presente nelle circostanze in cui si hanno casi gravi e bisogna usare questi dosaggi elevati.
Uso della China nelle malattie periodiche o con remissione
Febbri intermittenti e varie; Gotta; Reumatismo; Idropisie; Ostruzioni; Flussi, emorragie; Nevralgie; Scrofole, rachitide; Malattie organiche; Debolezza degli organi, convalescenza.
Controindicazioni della China
Se si usa la China come antiperiodico, non vi è alcun impedimento nell’usarla; tutti i sintomi dipendono dalla periodicità, superata che sia, si dileguano, qualunque fosse il loro aspetto o la loro natura contraria. Bisogna però osservare bene la sua somministrazione. Comunque in ogni caso è bene seguire le osservazioni dettate dal medico.
Se si usa la China come Tonico occorrono maggiori circospezioni nel suo uso. La precauzione che si deve avere sopra tutte le altre, è quella di assicurarsi che non vi sia alcuna flogosi nel tubo intestinale e nemmeno negli organi delle principali funzioni; se ci fosse solo una gastrite cronica, si potrebbe usarla come topico, od in clistere, e così via. Comunque è sempre meglio prima di usarla seguire le indicazioni del medico.
Sapore della China ingrato
Alla China vi si possono aggiungere degli Aromati, come la Cannella, la Cascarilla e questo per impedire che venga Vomitata per la sua Amarezza.
da MEDICAMENTA
GUIDA TEORICA - PRATICA per SANITARI
COOPERATIVA FARMACEUTICA - Milano - 1931
Sulla China
Parti impiegate
Corteccia
Le cortecce di China si ricavano dai rami e dai tronchi, originari dalle Cordiliere delle Ande, dell’America meridionale; attualmente coltivati su vasta scala nelle indie orientali, a cetlan, ecc.
In commercio si distinguono moltissime varietà di China. Le principali però sono
- China gialla (Calisaya flava)
- China rossa (Cinchona succirubra
- China grigia (China grissea)
Principi attivi
Chinina, cinconina, chinidina, cinconidina e molti altri alcaloidi; acido chiotannico, chinovico e chinico, ecc...
Proprietà terapeutiche
Si usa di frequente all’interno come tonico, eupeptico ed antifermentativo, nei catarri cronici dello stomaco, con fermentazione acida; nei catarri intestinali cronici con atonia muscolare; nelle dispepsie, anche puramente nervose, ed in alcune altre forme morbose del tubo gastro-enterico. Come stimolante e neurotonico si prescrive nell’anemia, nella scrofola, nella rachitide, in diverse malattie del ricambio materiale, nonché nella convalescenza di malattie acute, associandola spesso alle comuni polveri ricostituenti. Si usa nelle malattie croniche cachetizzanti (tubercolosi, diabete, nefrite, malaria cronica, ecc..).
La polvere di China è usata talvolta all’esterno per le sue proprietà tanniche ed assorbenti (è anche sensibilmente antisettica), vasocostrittive ed eccitanti, nelle piaghe atoniche, nelle ulcere varicose, nelle scottature. Si usa sotto forma di tintura contro la caduta dei capelli. Fa parte di alcune polveri dentifricie.
Proprietà farmaceutiche e posologia
Internamente
4-12 gr (raramente) in polvere; bambini gr 0,50-1 gr. Per anno
Decotto (6-15 : 150 col.); bambini (3 : 500) per anno
Estratto molle ed acquoso 1-6 gr in pozione; bambini gr 0,20 – 0,50 per anno
Estratto idroalcolico ed Estratto secco 1-4 gr in pillole od in pozione
Tintura (1 : 5 , gocce LIII= gr I= 0,004 di alcaloidi) gr 5-20; bambini X gocce per anno
Sciroppo 20-200 gr ; bambini gr 20 – 30;
Vino 30-100 gr
Esternamente
Decozione al 3% per gargarismi e collutori
Tintura
Di queste forme farmaceutiche l’estratto è il più raccomandabile. La tintura si usa specialmente nelle misture aperitive(medicamento che apre, che promuove le secrezioni) ed all’esterno per frizioni. Il vino è usato talvolta negli stati dispeptici.
Incompatibilità
Tannino e droghe tanniche; alcalini; Sali di metalli pesanti; sostanze mucillaginose, albumina.
da Manuale di Fitoterapia
Dott. Inverni & Della Beffa S.p.A. - Milano - 1985
Sulla China
Habitat: Indie Olandesi, Ceylon, Cordigliera delle Ande
Parti usate:
Corteccia
Componenti principali:
La chinina in media è presente nella droga in proporzione pari all’ 1,5-3%, ma talvolta supera anche il 5%. Nella China succirubra il 5-7% e anche più di alcaloidi totali, di cui in media la quinta parte è costituita da chinina. Nella China calisaya in media 6 – 8% di alcaloiidi totali, di cui circa la metà di chinina.
Gli alcaloidi sono legati principalmente ad acido chinico e ad acido chinotannico (tannico cachetico).
Nella droga oltre al 5-8% di acido chinico ed a 0,5-4% di acido chinotannico, si trova l’eterosside amaro chinovina che per idrolisi produce acido chinovico ed un metilpentosio; inoltre rosso di china (che deriva dalla decomposizione dell’acico chinotannico), zuccheri (meno dell’1%), olio etereo, grasso, resina, gomma, amido, cera, ossalato di calcio (sino all’ 1%), sostanze minerali (0,75-3,5% sino al 6%) costituite da Sali di calcio, di potassio, di ammonio insieme a poca silice, acqua (9-11%) per essiccazione nell’aria di campioni commerciali (Wehmer). L’odore particolare della China dipende dall’olio volatile ottenuto da Tromdorff e Fabroni per distillazione in corrente di vapore.
Proprietà ed impiego Terapeutico
L’azione farmacologica della China è dovuta al suo contenuto alcaloideo e principalmente alla chinina. Per quanto riguarda la China fosse in passato impiegata come farmaco specifico antimalarico, ora vengono usati a questo scopo quasi esclusivamente i Sali del suo principale alcaloide, la chinina. La droga ed i suoi preparati galenici invece, vengono usati soprattutto per le loro proprietà amaro-toniche ed eupeptiche, atte a provocare aumento dell’appetito, della secrezione salivare e gastrica, della motilità gastro-intestinale e della funzionalità epatica, azioni queste che vengono invece inibite dalle dosi molto elevate.
Le azioni farmacologiche più importanti della China sono quelle che riguardano l’azione tossica protoplasmatica e l’azione antitermica. L’azione antiprotoplasmatica si manifesta specialmente verso le forme protozoarie (amebe, infusori, parameci, plasmodi, tripanosomi, ecc..), mentre più debolmente si manifesta verso i batteri. Anche molti processi fermentativi e reazioni chimiche dell’organismo vengono inibite dalla chinina e così pure l’attività dei leucociti, i movimenti delle ciglia vibratili degli epiteli e con tale azione protoplasmatica debbono esser messe in relazione le proprietà specifiche della chinina sul plasmodium della malaria.
L’azione antipiretica della chinina, nel caso di affezione malarica è essenzialmente eliotropa, mentre nei comuni stati febbrili si manifesta in maniera piuttosto blanda e si esplica sui centri della termoregolazione. Secondo AA tale azione antipiretica sarebbe dovuta ad una inibizione dei processi ossidativi, ma fu fatto osservare che le dosi capaci di provocare quest’azione si allontanano troppo da quelle considerate terapeutiche e sono da ritenersi tossiche. La chinina agisce inoltre come blando analgesico ottundendo la sensibilità dolorifica specialmente verso certi stimoli dolorosi di origine muscolare o articolare.
La chinina e, in misura maggiore, la chinidina, agisce sul cuore diminuendone l’eccitabilità ed è specialmente indicata nella terapia della fibrillazione auricolare.
La chinina è anche dotata di un’azione uterotonica che è trascurabile nell’utero vuoto, ma che aumenta durante la gravidanza ed è massima nell’ultimo periodo. Si impiega durante il parto allo scopo di rendere più energiche le contrazioni ecboliche.
Secondo Plattner la chinina e secondo Vincent e Beaujard (1943) la cinconina e la cinconidina, sarebbero dotate di un’azione inibente la colinesterasi. La droga è terapeuticamente impiegata quasi esclusivamente come amaro-tonico ed eupeptico, mentre i Sali di chinina sono per lo più impiegati come analgesici od antipiretici nelle malattie infettive (influenza, tifo, ecc..) e nella profilassi e nella cura della malaria.
Estratti preparati
Estratto fluido F. U. I. VI - (grammi 1= XLVIII gocce); Titolo 5% di alcaloidi
Dosi 0,1-0,5 pro dose
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